La Pipa è il più sacro e potente strumento di preghiera, colmo di profondi significati e simboli.

Nella tradizione dei Nativi Americani, la pipa, chiamata Chanupa o Chanunpa, è composta da due elementi: il cannello, che tradizionalmente è in legno d’acero, di cedro o di frassino e rappresenta gli uomini (il maschile); il fornello, che simboleggia la carne viva ed il sangue di Madre Terra (il femminile) ed è ricavato da una pietra particolare, la inyan sha o catlinite. La parola Chanunpa è l’unione di cha, legno, e di nunpa, due. Il fornello, pahu, rappresenta il mondo, la Creazione, e il cannello, ihupa, è il simbolo dell’Albero della Vita. La pietra è per ogni Nativo la sua carne e il suo sangue, il cannello la sua spina dorsale e il fumo che sale al cielo durante la preghiera è il respiro del Grande Spirito.

Le due parti, quando la pipa non è fumata, sono conservate separatamente, poste in una borsa di pelle. Il cannello di legno rappresenta il principio maschile, l’elemento Aria, il Cielo, le piante e tutti gli esseri che vivono tra le fronde e radici degli alberi, ma anche quelli che si nutrono dei loro fiori e frutti. Inoltre, il cannello simboleggia il sole, l’azione, l’energia maschile del Padre Divino. Il fornello, fatto di pietra rossa (il sangue della Madre Terra), rappresenta il principio femminile, l’elemento Terra, Madre Terra e tutte le creature da essa generate e nutrite. Il fornello è la luna, il principio recettivo, il grembo della Madre Divina. La miscela di tabacco e di altre erbe e cortecce alludono alle piante, all’elemento Acqua; l’accensione della pipa è il simbolo dell’elemento Fuoco.

Inoltre, la Chanupa è sacra in quanto duale, proprio perché è simbolo dell’unione tra gli opposti, mostrando come ogni essere ed ogni cosa presente sulla Terra (e nell’intero Universo) abbia una comune origine e come tutte le cose siano legate tra loro e interconnesse. Mentre si riempie il fornello con erbe e tabacco bisogna rivolgersi agli Spiriti delle Quattro Direzioni, al Padre Cielo e alla Madre Terra.

Durante il riempimento del fornello si prega e si invitano gli Spiriti delle Quattro Direzioni insieme al Padre Cielo e Madre Terra. Quando la pipa viene accesa, il fumo accompagna verso il cielo le preghiere, unendo l’uomo e la sfera divina. L’atto di unire le due parti e di pregare fumando la Chanupa è l’azione simbolica che rappresenta, come già accennato, l’unione degli opposti, del maschile e del femminile (il Cielo e la Terra), la dimostrazione dell’origine unica di tutti gli esseri viventi e la connessione stretta tra il mondo manifesto e quello non manifesto. E’ la creazione della vita. Per questo motivo, quando non vengono usate, le due parti vanno tenute separate e ben protette, avvolte in una pelle.

Dicono gli Indiani che la Chanupa e l’uomo vanno insieme, che quando alzata al cielo in preghiera, i due sono un solo canale di trasmissione diretto a Wakan Tanka, un ponte tra il materiale e lo spirituale. Così, quando la si tiene in mano, il fornello della Pipa va tenuto nella mano sinistra (la mano del cuore) e il cannello nella destra, di modo che attraversi il petto di chi la fumerà. Con la Pipa non si può mentire ma dire solo la verità. La si fumerà facendola ruotare in senso orario perché venga offerta alle Quattro Direzioni, quindi verrà fatta passare a chi ci sta vicino. Il fumo non si inala ma va fatto uscire di bocca assieme alla preghiera, essendo la preghiera stessa. Col fumare la Pipa, l’intera Creazione entra nella preghiera assieme a chi la fuma, perché tutto è unito nello stesso respiro. La Pipa è lo Spirito, lo Spirito è nella Pipa.

La pipa, in forme diverse, è giunta alla maggior parte delle culture di tutto il mondo. Ogni società ha usato la pipa in un modo o in un altro. La Pipa Sacra viene fumata per raggiungere un contatto più profondo con il mondo spirituale, elevando le preghiere rivolte al Grande Mistero tramite il fumo che si libera dal fornello, che le conduce in cielo. Ogni pipa può essere considerata uno strumento sacro di potere e rituale se utilizzata con questo intento. Un Pipa Sacra si usa con serietà e rispetto; il fumo non va aspirato ma trattenuto dalla gola in su, deve salire sottilmente senza passare per i polmoni, mantenendosi puro. Ogni emissione di fumo nell’aria è una preghiera al Grande Spirito, un intento scagliato al cielo, il collegamento tra l’umano e il divino.

I Sioux fumano una mistura chiamata chanshasa, ottenuta prevalentemente con la corteccia interna essiccata del salice rosso alla quale vengono mescolate delle erbe aromatiche e, a volte, del tabacco. A tal proposito, dovremmo ricordare che il tabacco è una pianta sacra e molto utilizzata dagli indigeni dell’Amazzonia e del Nord America. Le sue fumigazioni sono state spesso impiegate per collegare i mondi, poiché le radici della pianta vanno in profondità nella terra e il fumo sale verso il cielo. Fra gli indiani amazzonici, come tra gli indiani del Nord America, il tabacco è sempre assunto (per aspirazione o ingerito in forma liquida) in un contesto carico di valore sociale e di implicazioni magico-religiose, mai senza uno scopo. Il tabacco viene lasciato come offerta sugli altari e nel terreno. E’ un potente strumento per lavorare con gli spiriti, in quanto essi ne sono attratti, per nutrire la terra nel nostro regno affinché possiamo stabilire una comunicazione con gli abitanti dei piani sottili e far si che essi siano presenti nei rituali. Il fumo denso del tabacco è per loro nutrimento e dona loro potere. L’abuso e la mancanza di rispetto per questa sacra pianta è la fonte del suo danno. Il tabacco è il cibo dello spirito, alimenta gli dei ma uccide i mortali. Gli indigeni affermano che, quando viene respirato, lo spirito del tabacco si ribella ad essere rinchiuso nella gabbia toracica, creando danno e dipendenza.

I guaritori, gli uomini medicina delle tribù native americane, avevano l’usanza di riunire tutta la comunità, formando un consiglio disposto in circolo, per risolvere problemi tra tribù o all’interno del gruppo. Il rituale prevedeva l’accensione della pipa, la quale veniva poi passata a sinistra, chiedendo permesso per ottenere l’uso della parola, cercando la soluzione alla controversia all’interno del cerchio. Per questa ragione, nell’immaginario dei bianchi la Sacra Pipa è stata spesso identificata con la cosiddetta “pipa della pace”, il che è indubbiamente riduttivo, per quanto la pipa potesse essere intesa anche come strumento di pace e riconciliazione, visto che tenerla in mano collegata e accesa e dire il falso è considerato un sacrilegio, un’offesa a tutto l’esistente. Altre occasioni in cui la pipa veniva utilizzata erano i rituali volti a prendere decisioni di guerra e a propiziarsi la caccia. Accendere la Pipa Sacra voleva dire mettersi in contatto con gli Spiriti degli Antenati, con Madre Terra, con le Direzioni. La pipa, offerta alle quattro direzioni, al Cielo e alla Terra, nei rituali viene passata di mano in mano in senso orario e fumata da tutti, di modo che tutti si uniscano come fossero una cosa sola ed entrino in contatto con il respiro del Grande Spirito. Nell’uso cerimoniale si esprime anche la coscienza dell’appartenere all’eterno fluire del tutto, simbolicamente raccolto nel fornello della pipa e condiviso attraverso il fumo.

La leggenda di Pte San Win, la Donna Bisonte Bianco

Pte San Win è colei che, secondo la tradizione, portò al popolo delle praterie il dono più grande, la Sacra Pipa, insieme ai rituali ad esse correlati. E’ la donna che si fa catalizzatore tra divino ed umano, creando un ponte tra cielo e terra. I nostri fratelli Lakota raccontano la storia di donna Bufalo Bianco e di come lei per prima portò la pipa all’uomo rosso. Quello che importa però è che la pipa è riverita come oggetto sacro e che ci è giunta dal Creatore. Ancora più importante è il fatto che essa è stata portata a tutti gli uomini di questo mondo, perciò abbiamo il dovere di condividerla.

Secondo quanto narrano i Lakota, ci fu un tempo in cui i bisonti che popolavano le grandi praterie stavano scomparendo e le genti erano affamate. Un giorno il capo tribù scelse due giovani guerrieri per avventurarsi alla ricerca della selvaggina. I due vagarono a lungo senza avere fortuna, fino a quando  videro una sagoma muoversi nella boscaglia; sicuri si trattasse di un animale, si nascosero piano tra l’erba. La sagoma pareva proprio quella di un bisonte, che sembrava venire loro incontro. Quando la sagoma fu più vicina, i due guerrieri si accorsero con loro grande sorpresa che si trattava di una donna, una figura eterea che aveva un fagotto sulle spalle e pareva fluttuare nell’aria. Dopo essersi avvicinata, ella sostò per un momento e li guardò. Gli uomini avevano capito che poteva vederli anche dov’erano nascosti.

La donna era talmente bella che a uno dei due guerrieri vennero delle strane idee in testa. L’altro tentò di dissuaderlo dai suoi propositi, ma il primo andò ugualmente incontro alla donna. I due furono avvolti da una nube che una volta dissoltasi mostrò a terra le ossa dell’uomo che aveva avuto pensieri poco puliti. La donna disse all’altro guerriero che all’indomani avrebbe fatto una visita alla sua tribù. Tornato all’accampamento, il cacciatore raccontò l’accaduto al capo Corno Cavo in Piedi, il quale pensò che doveva trattarsi di una persona sacra (Wakan) e ordinò quindi che per l’occasione venisse eretto un grande tepee da cerimonia. Il giorno seguente la donna, il cui nome era Whope, arrivò all’accampamento come promesso, entrò nel tepee e depose a terra il suo involto dal quale estrasse una pipa e una piccola pietra rotonda. La pipa aveva un fornello di pietra rossa, simbolo della terra, sul quale era scolpito un vitello di bisonte che rappresentava tutti gli animali e che il lungo cannello di legno rappresentava invece tutto ciò che cresceva sulla terra. Dal cannello, inoltre, pendevano dodici penne di Wanbli Gleshka, l’Aquila Chiazzata, simbolo di tutti gli esseri alati.

Innalzando la pipa col cannello rivolto verso il cielo, la donna disse: “Con questa Pipa Sacra camminerete sulla Terra, poiché la Terra è vostra Progenitrice e vostra Madre ed essa è sacra. Ogni passo mosso sopra di Lei dovrebbe essere come una preghiera. Il fornello di questa pipa è di pietra rossa; esso è la Terra. Inciso nella pietra e rivolto verso il centro c’è questo vitello di bisonte che rappresenta tutti i quadrupedi che vivono su vostra Madre. Il cannello della pipa è di legno e rappresenta tutto quello che cresce sulla Terra. E queste dodici penne che pendono qui dove il cannello si incastra nel fornello vengono da Wanbli Gleska, (l’Aquila Chiazzata) e rappresentano l’aquila e tutti gli esseri alati dell’aria. Tutti questi popoli e tutte le cose dell’universo si uniscono a voi che fumate la pipa, tutti mandano le loro voci a Wakan Tanka. Quando pregherete con questa pipa pregherete per e con ogni cosa”.

La Donna Bisonte Bianco dette la pipa al capo tribù e gli insegnò le preghiere che doveva recitare. «Quando pregate il Grande Spirito, dovete utilizzare questa pipa durante la cerimonia. Quando siete affamati, togliete la pipa dalla pelle dove la conservate e ponetela così all’aria. Allora i bisonti verranno dove gli uomini potranno cacciarli ed uccidere facilmente. Così i bambini, gli uomini e le donne mangeranno e saranno felici». Pte San Win gli disse anche come la gente dovrebbe comportarsi per vivere pacificamente insieme. Insegnò le preghiere da dire per rivolgersi a Madre Terra. Spiegò come condurre le cerimonie sacre.

La Donna Bisonte Bianco continuò: “Con questa pipa sarete legati a tutti i vostri parenti: al vostro Progenitore e Padre (Tunkashila), alla vostra Progenitrice e Madre. Questo sasso rotondo, che è della stessa pietra rossa del fornello della pipa, anch’esso vi è stato dato da vostro Padre Wakan Tanka. Esso è la Terra, vostra Progenitrice e Madre, ed è dove voi vivrete e vi moltiplicherete. Questa Terra che Egli vi ha dato è rossa e gli esseri a due gambe che vi vivono sono pure rossi. Il Grande Spirito vi ha dato anche un sentiero rosso. Tutto questo è sacro, non dimenticatelo. Ogni alba che spunta è un sacro evento e ogni giorno è sacro perché la luce viene da vostro Padre Wakan Tanka. Dovreste ricordarvi anche che gli esseri a due gambe e tutti gli altri popoli che sono su questa terra sono sacri e dovrebbero essere trattati come tali. D’ora in avanti la Pipa Sacra sarà su questa Terra rossa, gli esseri a due gambe prenderanno la pipa per mandare le loro voci a Wakan Tanka. Questi sette cerchi che sono sulla pietra rappresentano i sette riti in cui la pipa sarà adoperata. Il primo cerchio grande rappresenta il primo rito che vi insegnerò, gli altri sei cerchi col tempo vi saranno rivelati direttamente.

Corno Cavo in Piedi sii buono col tuo popolo e onora questi doni perché essi sono Wakan. Con questa pipa gli esseri a due gambe si moltiplicheranno e a loro verrà tutto ciò che è buono. Wakan Tanka ti invia dal cielo questa Pipa Sacra affinché tu possa avere la conoscenza. Devi essere sempre grato di questo dono. Ma ora, prima di andarmene, desidero darti istruzioni sul primo rito in cui il tuo popolo userà questa pipa. Deve essere per te un giorno sacro quando muore uno della tua gente. Allora dovrai custodirgli l’anima come ti insegnerò e così facendo acquisterai molto potere; perché se quell’anima sarà custodita essa aumenterà in te la cura e l’amore per il tuo prossimo. Fin tanto che la persona, nella sua anima, viene custodita presso il tuo popolo, tramite lei potrai inviare la tua voce a Wakan Tanka. Deve essere un giorno sacro anche quando un’anima è liberata e torna alla sua casa, da Wakan Tanka, perché quel giorno saranno rese sacre quattro donne che in futuro genereranno i figli i quali percorreranno il sentiero della vita in modo sacro, assurgendo a esempio del tuo popolo. Guarda me, perché sono io che essi metteranno in bocca ed è così facendo che diventeranno Wakan. Colui che custodisce l’anima di una persona dev’essere un uomo buono e puro e deve adoperare la pipa in modo che tutto il popolo, con l’anima, mandi la propria voce a Wakan Tanka. I frutti di tua Madre, la Terra, e i frutti di tutto quello che essa ha il potere di generare saranno benedetti in questo modo e allora la tua gente percorrerà il sentiero della vita in maniera sacra. Non dimenticare che Wakan Tanka ti ha dato sette modi per inviargli le tue voci. Fin tanto che lo ricorderai vivrai; il resto lo saprai da Wakan Tanka direttamente”.

La donna, volgendosi di nuovo a Corno Cavo in Piedi, disse: “Osserva questa pipa! Ricorda sempre quanto essa è sacra e trattala come tale perché ti porterà fino alla fine. Ricorda: in me ci sono quattro età. Ora sto per andarmene ma mi volgerò a guardare il tuo popolo in ogni età e, alla fine, ritornerò”. Rifatto il giro della tenda in senso orario, la donna misteriosa partì ma, percorso un breve tratto, volse lo sguardo verso il popolo e si sedette. Quando si alzò, il popolo vide con stupore che era diventata un vitello di bisonte rosso e marrone. Poi il vitello si allontanò, si sdraiò, si rotolò per terra voltandosi a guardare il popolo e quando si rialzò era un bisonte bianco. Il bisonte bianco riprese a camminare, si rotolò per terra e divenne un bisonte nero. Poi questo bisonte si allontanò ancora dal popolo, si fermò e, dopo essersi inchinato a ognuno dei quattro quadranti dell’universo, scomparve oltre il colle. Si pensa che Ptesan Win, “Donna Bisonte Bianco”, sia giunta dalle stelle.

A tal proposito, la costellazione che i Lakota chiamano Tayamni è la proiezione in cielo del bisonte in terra. Tayamni si presenta con le Pleiadi come testa, le stelle Betelgeuse e Rigel come costole, la cintura di Orione come spina dorsale e Sirio per coda. Il tutto assume la forma di un immenso bisonte celeste. Poiché “Donna Bisonte Bianco” si dice Ptesan Win (pte sta per “bisonte”, san per “bianco” e win per “donna”), se ne deduce che Tayamni sia il “bianco bisonte celeste” da cui scese in terra “Donna Bisonte Bianco”. E’ più che evidente quindi che la correlazione tra “Alto” e “Basso” non sia per il Lakota solo un’astrazione, un fatto simbolico.

La Sacra Pipa non è soltanto un simbolo di qualcosa di sacro; la pipa è essa stessa sacra, vive ed è potente. Come ogni cosa che viene dal Grande Mistero, è impregnata di esso, ne è un’emanazione. E’ creatura, un oggetto sacro portatore di vita. Non tutte le persone sono chiamate ad essere portatori di pipa. La persona che porta la pipa, pratica le cerimonie e segue le tradizioni ad essa legate; ha un grande onore nella vita ma ha anche una grande responsabilità nei confronti delle sue sorelle, dei suoi fratelli e della Madre Terra. E’ importante comprendere il carattere del portatore di pipa, che appunto “porta”, non possiede. La Sacra Pipa dona la capacità di “vedere”, il suo legame con il Tutto mette nella condizione di sincronizzare chi la porta alla parte più profonda di sé ed al Grande Mistero; se ne viene accettata la responsabilità, essa potrà divenire una guida.

Pipe con palchi di Cervo

Medicina del Cervo, conessione con lo Spirito, Rinnovamento