Un altare è un spazio sacro e vivo che riflette la nostra connessione con il Divino, con l’universo e i suoi elementi costitutivi. Un altare rispecchia chi siamo e rappresenta un microcosmo nel macrocosmo. Infatti, i suoi costituenti non hanno solo un valore figurativo, ma simboleggiano il legame con la nostra visione del Sacro, il collegamento con il Mistero e come noi ce lo raffiguriamo. Un altare cambia nel tempo insieme a noi perché è la rappresentazione della relazione che abbiamo col mondo e può dire molto su noi stessi, in quanto è un’immagine inconscia della fase di vita che stiamo attraversando, della nostra interiorità, del rapporto che abbiamo con l’esistenza. L’altare, infatti, riflette la nostra unicità, le scelte che facciamo, il cammino spirituale che stiamo seguendo. E’ il luogo che riflette il proprio spazio interiore.

Allestire un altare vuol dire circoscrivere un’area protetta, uno spazio raccolto. Quando ci accingiamo a farlo, per prima cosa è bene stabilire un’intenzione, poiché in questo modo si dà una direzione al lavoro e si concentra l’energia verso lo scopo spirituale che vogliamo raggiungere. L’altare è infatti il punto nel quale si focalizzano le nostre potenzialità, divenendo parte della realtà; il luogo in cui si esprime ciò che vogliamo rappresentare o evocare. Quando creiamo un altare entriamo in contatto con la parte più autentica e profonda del nostro Sé, ci connettiamo alla sapienza interiore. Nello scegliere gli oggetti da utilizzare compiamo perciò una meditazione attiva. Questi ultimi possono includere candele, fiori, cristalli, pietre, conchiglie, immagini di divinità, foto degli antenati e tutto ciò che riteniamo opportuno inserire a seconda delle nostre preferenze. L’altare sciamanico in genere contiene sempre degli oggetti collegati ai quattro elementi e alle direzioni, perciò richiama la struttura della Ruota di Medicina, ricordandoci che siamo parte del Cerchio della Vita e del macrocosmo. In generale, tuttavia, non ci sono regole fisse poiché tutto dipende dall’intento, il quale può essere considerato il fattore tramite cui si focalizza l’energia necessaria alla realizzazione dell’altare. A seconda dell’intenzione l’allestimento dello spazio sacro di ciascuno muta, poiché esso incarna il potere personale di chi ha costruito tale spazio. L’altare infatti rimanda al proprio potere personale, simboleggia la nostra unicità e la particolarità del percorso che abbiamo intrapreso.

Non essendoci errori, non esiste un altare corretto e uno sbagliato; basta costruirlo con ciò che ci risuona e ha un senso profondo pe noi, ciò che riveste una particolare importanza. A volte, bastano pochi, semplici oggetti perché non è la quantità che conta ma quanto sentiamo in relazione agli oggetti, quanto siamo ispirati. E’ importante che l’altare muti insieme a noi, seguendo le trasformazioni cicliche della nostra vita, perché questo piccolo spazio sacro che creiamo all’esterno è l’immagine della nostra stessa sacralità. Così, è bene che l’altare rifletta i nostri cambiamenti, come anche quelli corrispondenti al passaggio delle stagioni e alle maggiori festività dell’anno. Avere un posto speciale che si possa visitare durante il giorno, nel quale prendersi una pausa, è un modo per trovare la pace interiore. Sostare in questo spazio intimo può essere un’opportunità per pregare per la nostra vita, per gli altri e per il pianeta. L’altare è il luogo nel quale ringraziare perché viviamo e per ciò che abbiamo, ma anche lo spazio nel quale trovare conforto e raccoglimento nei momenti di bisogno.

L’altare è una rappresentazione simbolica di tutto ciò che siamo; la maniera in cui lo allestiamo è una fotografia di noi e di come percepiamo il mondo al presente. E’ proprio questo essere una parte di noi che rende l’altare uno spazio sacro, uno specchio del nostro potere personale e della capacità di collegarci alle forze dell’universo, alla Fonte di energia che tutto pervade. Osservando perciò il modo in cui lo abbiamo creato e sentendo la vibrazione che l’altare emana, possiamo comprendere molte cose di noi, in quanto gli oggetti ci parlano per come sono stati scelti e disposti. Quando sentiamo che nel nostro altare è tutto al suo posto, l’allestimento del nostro spazio sacro è terminato, in linea con l’intento stabilito in fase iniziale. Ogni volta che ne sentiremo il bisogno potremo poi apportare delle modifiche, ricordandoci sempre che il potere siamo noi e che nessun’altra cosa al di là della nostra volontà può mutare le cose e il corso degli eventi.